mercoledì 24 marzo 2010

Vendetta

Quando mi sono messo a scrivere qualche giorno fa il tempo era pessimo. Oggi dal finestrone a parete del mio ufficio filtra un sole caldo che inizia a farsi spazio tra le nuvole; così anch'io esco dalla fase di down della metereopatia e ritorno a vedere il verde dei miei occhi riflesso su questo monitor.

Il tema di oggi è la vendetta...forse sarò il primo al mondo ad accostare vendetta e metereopatia, ma infondo per chi ha un carattere lunatico non sarà certo difficile trovarne la concordanza.

Non credo che esista qualcuno che non abbia mai serbato rancore nei confronti di un amico, un ex, un collega o un semplice sconosciuto che suona impazzito il clacson dietro la propria macchina: a volte dura il tempo di un semaforo rosso, talvolta si protrae per anni. Così il desiderio di vendetta inizia ad alminetarsi fino a quando non esplode, dal piccolo tamponamento all'omicidio. La rabbia a quel punto sarà placata...per alcuni, per altri la vendetta diventerà uno stile di vita e persino un valore.


Mi hanno sempre detto che il modo migliore per risolvere i problemi sia parlarne...ricordo l'aforisma di William Blake:
"Ero arrabbiato con il mio amico: glielo dissi, la rabbia finì. Ero arrabbiato con il mio amico: non ne parlai, e la rabbia crebbe"
Tutto questo è indubbio, fino a quando arrivi al punto di non avere né la forza, né la voglia di parlarne. Ma senti il piacere che si insinua nel lasciare crescere la rabbia, perchè ti fa sentire vivo, perchè pulsa ...e non per niente è ira, un peccato capitale, la sfida a ciò che c'è di giusto, a quello che ti hanno sempre insegnato ad evitare, siccome nella vita esiste ben poco di più affascinante che infrangere le regole, soprattutto le proprie, la vendetta diventa sintomo di coraggio.
Rimane solo da capire se "la vendetta sia un piatto che vada servito freddo" o "la vendetta sia un piatto che si consumi freddo". In altre parole, vendicare per far stare male gli altri o per procurarsi piacere?


Le icone che abbiamo davanti agli occhi parlano di vendetta come sinonimo di giustizia, nessuna fallisce, a volte muoiono, a volte si feriscono, ma sono loro i buoni, perchè portano infondo una missione.

In una giornata di sole, dove la metereopatia è in fase up, immagino come potrebbero essere le mie vendette, che viste lontane da uno megaschermo tv sarebbero molto più insulse e meno filosofiche però mi farebbero sentire onnipotente ...e questa è la missione di tutti.

Visto sotto il profilo della vendetta tutto è più semplice: non soffri per ogni cosa che ti accade, perchè sai che saprai dare più dolore alla persona che ti ha fatto male, sorridi mentre ti calpestano perchè sai che in proporzione a quello che ti hanno dato riceveranno in misura maggiore. Ogni persona ha un punto debole, basta conoscerla per ribaltare la presa del coltello, non necessariamente serve la forza e la violenza, non necessariamente bisogna violare le leggi, a volte basta la perseveranza, la proattività, misura e gelo.

Dopo che senti il male profondo di una piccola o grande ferita, e non capisci il motivo per cui ti è stata procurata, l'organismo si riattiva prima di tutto facendoti pensare unicamente a quello che è successo, ogni mattina quando ti alzi e ogni sera prima di andare a dormire, tutto sta a come incanalerai quell'energia che pulsa come sofferenza: se continuerai a usare solo per autolesionarti sarai stato stupido, se saprai perdonare sarai misericordioso, se saprai vendicarti sarai temibile.
"ad ogni azione di un corpo A su un altro corpo B corrisponde una reazione uguale e contraria del corpo B sul corpo A"
Isaac Newton
"Principio di azione e reazione esteso"

Buona giornata e "occhio allo scalino!"

1 commento:

  1. la vendetta... che cosa sublime!
    ci sono un paio di persone che fanno scattare questo istinto in me, ma poi, sono troppo buona (o forse fessa) e non porto mai nulla a termine... finisco per perdonare, dimenticare o, meglio, far finta di dimenticare...

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